Desiderio Cugini, “Gino”.

Nasce a Reggio Emilia il 10 marzo 1906, figlio di un piccolo commerciante e di una sarta casalinga. frequenta le scuole elementari e, al contempo, lavora presso un carrozzaio. All’età di 14 anni viene occupato presso le “Officine Reggiane” come apprendista falegname, proprio durante le lunghe lotte salariali con occupazione delle fabbriche. Qui, ancora giovanissimo, vive le esperienze della costituzione degli Arditi del Popolo e della preparazione del vittorioso scontro di Parma contro i fascisti di Balbo.

Comunista dal 1922, trascorre la sua gioventù in lotta contro il fascismo: nel novembre 1925 è denunciato per complotto contro i poteri dello Stato ma assolto. L’anno dopo, in ottobre, subisce una condanna a 2 mesi e 14 giorni di reclusione per scontro a fuoco con i fascisti poi, dal settembre 1927  al dicembre 1929, viene ammonito.

Diventato nel frattempo segretario interregionale del PCI, cade in arresto il 10 marzo 1931 e viene condannato dal Tribunale Speciale a 15 anni di reclusione da scontare a Civitavecchia. In questo procedimento i repressori fascisti annotano che Desiderio ” Anche in udienza ha dato prova della sua aberrante idea sovversiva “. Lo stesso Tribunale lo condanna nuovamente nel 1933 a 11 anni di reclusione per attività risalente a prima dell’arresto e della condanna del 1931. Un’amnistia lo libera il 30 luglio 1937 e i fascisti lo iscrivono nel registro degli attentatori.

Nel 1939 viene richiamato alle armi ma immediatamente espulso per i suoi precedenti.
Continuata la sua attività nel PCI clandestino, dal 1943 il partito lo manda a Pisa dove fa la spola con una stamperia clandestina ad Empoli, fino a che non decide di darsi alla lotta partigiana vera e propria, prima con la IIIa Brigata Garibaldi Camicia Rossa e dopo, in qualità di commissario politico, con la XXIII^ Brigata Boscaglia.

 

[Scheda di Aldo Montalti – Fonti: “Ricerche Storiche” nr. 31 – Reggio Emilia e “Antifascisti nel casellario Politico Centrale” Quaderno nr. 6 – ANPPIA]