Artimino Martignoni, “Catena”

Distaccamento “Guido” della XXIII Brigata Bis Garibaldi “Boscaglia”.
Amico stretto di “Mario”, Elvezio Cerboni e protagonista di azioni di guerra coraggiose e importanti come quella della cattura, dopo uno scontro a fuoco, di una decina di soldati tedeschi.

Nato a Montecastelli Pisano il 9 giugno 1921, soldato di leva nel 21° reggimento della Guardia Costiera dell’ Isola d’Elba, l’8 settembre 1943 aveva opposto resistenza armata ai soldati tedeschi nella famosa battaglia di Piombino che segnò l’avvio della Resistenza italiana.
Fatto prigioniero fu avviato verso la Germania su un treno speciale. Con la pistola che aveva nascosto dentro uno stivale riuscì a far saltare la chiusura del vagone e, insieme a quattro compagni, si gettò giù dal treno in corsa. Traversato il Po e trovate famiglie solidali, furono rivestiti ed aiutati.
Artimino tiesce a rientrare nell’ ottobre ’43 a Pontedera e da qui a Pomarance, al podere della sua famiglia, Poggiamonti, che costituiva da sempre un sicuro punto di riferimento per gli antifascisti.
Il suocero, Vincenzo Verniani, antifascista che all’epoca dello squadrismo aveva nascosto a Brenna la bandiera socialista della Lega dei contadini di Radicondoli e che per tale gesto aveva subito rappresaglie, teneva i collegamenti tra il CLN clandestino di Pomarance (Dino Mori, Fernando Cavicchioli, Ferdinando Rossi, Piero Cappon, Armando Spinelli “Grinza”, Duilio Moretti e altri) e le prime bande partigiane.

A Poggiamonti, Artimino conosce Elvezio Cerboni, comandante partigiano (vedi scheda) e nel gennaio del ’44 è già inserito nella sua formazione “Otello Gattoli” (nome che assumerà dal febbraio successivo, in memoria di uno dei caduti nel ratrellamento nazifascista al Frassine).  Il 24 giugno ’44 cattura il traditore partigiano Bruno Casanovi, colpevole dell’arresto di numerosi partigiani, e lo conduce presso l’accampamento del distaccamento ”Guido” .
Nel suo libretto personale di partigiano viene annotato che ” …ha fatto parte della XXIII Brigata bis Garibaldi prendendo parte ad azioni militari contro tedeschi e fascisti, tenendo buona condotta, mostrandosi volenteroso e disciplinato. Riconosciamo in lui doti di ottimo partigiano.” Le firme sono dei comandanti “Guido” (il dr. Enzo Merlini) e “Giorgio” (Alberto Bargagna).
Anche i comandanti Alleati gli rilasciano un certificato di “patriota” attestandone il valoroso contributo alla “grande causa di tutti gli uomini liberi“.

Dopo la Liberazione, Artimino diventa un accanito propagandista comunista e successivamente, dal 1947, a lungo segretario della sezione a Montecastelli.

(Scheda tratta dal libro di Carlo Groppi “La Piccola banda di Ariano” – Ed. Il Chiassino 2003 )