9 giugno

1865

CASCINA – Nasce l’anarchico Oreste Bindi. Emigra in Francia e ne viene espulso per ragioni politiche. Muore in Italia nel 1926.

1875 

ROSIGNANO Marittimo – Nasce Oreste Rossi, calzolaio, anarchico schedato dall’anteguerra, poi fondatore della locale sezione comunista nel 1921. Nel gennaio 1922 è condannato a 6 mesi di reclusione per scontri armati con i fascisti. Il suo percorso lo porta successivamente alla radiazione dal casellario Politico, avvenuta nel 1931, forse per età, forse per non essere più giudicato pericoloso dal regime … (CPC).

1878 

LIVORNO – Nasce Alfredo Pratesi. Anarchico, barbiere, nell’aprile 1931 viene arrestato per le affermazioni “Viva l’anarchia, morte a Mussolini” e condannato a 7 mesi di reclusione, 600 lire di multa. Muore il 16.3.1933 (CPC).

1882 

PISA – Nasce Egidio Facciadio. Tipografo, schedato come anarchico pericoloso dal 1906, viene diffidato dal regime fascista nel 1926 e lungamente vigilato. Tale risulta essere ancora nel 1942 (CPC).

1884 

S.GIMIGNANO – Nasce Emilio Grassini. Contadino anarchico schedato dal 1904, successivamente residente a Genova. Prosciolto dall’accusa di lancio di bombe nell’aprile 1923, ammonito per 2 anni, interamente scontati, nel gennaio 1928. Viene iscritto nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze e vigilato a lungo, come risulta nel 1942 (CPC).

1886

PISA – Nasce Gino Cantini, scultore. Comunista dal 1921, si trasferisce a Firenze e viene arrestato il 29 luglio 1930 per aver proclamato apertamente la propria fede politica. Confinato per 1 anno a Lipari, viene poi diffidato e vigilato almeno fino al 1942 (CPC).

1892

SUVERETO– Nasce Ruggiero Rebecchi, comunista più volte arrestato, assolto nel processo del TSF del 1932 per la ricostituzione del PCI.

1894

PITIGLIANO – Nasce Mario Poggi, internato in quanto ebreo come “pericoloso nelle contingenze belliche” (CPC ex PCB).

1907 

PISA – Nasce Baldo Frediani.  Di professione contabile, è arrestato il 2.7.1935 per la frase “Chi va volontario in Abissinia è un pazzo” e confinato a Badolato per 2 anni. Liberato nel maggio 1936 in occasione della proclamazione dell’impero, sarà poi radiato dal Casellario politico, evidentemente non ritenuto più ostile al regime (CPC).

1917 

PIOMBINO – Nasce Emilio Santini. Falegname, nel settembre 1937 viene diffidato per propaganda antifascista. Tuttavia nel 1942 è radiato dal Casellario Politico (CPC).

1919

LARDERELLO – Dopo 30 giorni di sciopero gli operai della Larderello costringono il principe Piero Ginori Conti – futuro fascista e padrone della Boracifera – alla stipula degli accordi.

1921

POMARANCE – Nasce Artimino Martignoni, il partigiano “Catena“, caposquadra del Distaccamento Merlini inserito nella XXIII Brigata Garibaldi “G.Boscaglia“.

SIENA – La sezione fascista senese chiede l’invio di commissari prefettizi nei comuni di Pienza, Chiusi, Sarteano, Montalcino e Buonconvento, poiché le amministrazioni socialiste hanno rassegnato le dimissioni … naturalmente sotto le loro violenze.

1925

LIVORNO – Nella notte tra il 9 ed il 10 giugno, la polizia arresta i fratelli Natale Vasco e Alessandro Iacoponi, segretario e vice dei giovani comunisti,  denunciati per complotto contro la sicurezza dello Stato: saranno rilasciati il 20 giugno per insufficienza di indizi (RLL).

1932

LIVORNO – Condanna dell’antifascista Decimo Tamberi a 3 anni di galera e 25.000 lire di multa per espatrio clandestino del maggio 1931, con Barontini, Gigli e altri oppositori (RLL).

1937

LIVORNO – Vengono assegnati al confino per due anni i comunisti livornesi Marcello Berni e Alcide Cafferata, sorpresi in marzo ad ascoltare “Radio Barcellona”, e per tre anni l’operaio antifascista castagnetano Giuseppe Neri. Berni viene deportato alle Tremiti dove sarà arrestato e incarcerato per essersi rifiutato di “salutare romanamente” (RLL).

1944

ABBADIA S.SALVATORE – Quasi sulla sommità della montagna, il 7° Distaccamento Ovidio Sabatini della Brigata d’ Assalto “Spartaco Lavagnini“, comandato da Faro e dal suo vice La Pietra, operante con una forza di circa 70 uomini [N.B. secondo la fonte AOC all’attacco prenderebbero parte 25 partigiani, secondo BPA 22], attacca un gruppo di circa 60 tedeschi a presidio della stazione radio, uccidendone 22 e ferendone altri in numero imprecisato, mentre i partigiani hanno 6 dispersi. Vengono distrutti tutti gli impianti della stazione radiotrasmittente ed anche una terza vettura destinata al trasporto di uomini e materiale. I tedeschi rimasti vivi si salvano con la fuga e, da quel giorno, la vetta del Monte Amiata viene controllata dai partigiani (AOC-RSL-BPA). Per ritorsione, il giorno dopo, i tedeschi faranno saltare la Croce della vetta (Corriere dell’ Amiata). L’azione avviene in località Pianello (BPA). Intanto i gappisti, nei pressi delle Rocce di Catarcione ostruiscono la strada con un grosso castagno abbattuto e con macigni di pietra (AOC).

ALTA MAREMMA – Una spia fascista, precedentemente catturata a San Lorenzo, è giudicata e passata per le armi da parte della IIIª Brigata garibaldi (RAM).

ARCIDOSSO – Reparti tedeschi occupano il paese aprendo indiscriminatamente il fuoco sui civili ferendone 5, di cui 1 mortalmente. Successivamente i partigiani rioccupano l’abitato disarmando i repubblichini della GNR ed arrestando una ventina tra i fascisti più in vista, alcuni dei quali saranno poi fucilati.

Altre fonti così riportano i fatti: una decina sono i feriti accertati, per la maggioranza civili; restano uccisi i giovani Elvio Farneschi e Dante Santini (TMV). E ancora: Feriti Fatarella Angelo – appartenente al Distaccamento – e altre 4 persone tra i civili. Verso le 20 dello stesso giorno i tedeschi rinnovano l’azione di mitragliamento sulla popolazione, a seguito dello sbarramento effettuato dai partigiani a nord di Arcidosso sulla strada provinciale che conduce a Santa Fiora, per arrestare il transito delle autocolonne tedesche in ritirata. Vengono ferite 5 persone fra le quali un carabiniere (Egidio Menghi) ed uno dei feriti – Dante Sabatini – morirà dopo due giorni (Corriere dell’Amiata). Altra fonte: Il paese, sotto il controllo delle forze popolari, viene occupato da 34 partigiani di “Kiro” (BPA).

BOCCHEGGIANO – Pattuglie della XIª Banda Autonoma catturano una S.S. sbandata (RBA).

CAPALBIO – La Banda Armata Maremmana occupa il paese mantenendone il controllo fino all’arrivo delle truppe Alleate l’11 successivo a mezzogiorno (CRT).

CASAL DI PARI – Il Distaccamento Pisacane della Lavagnini blocca una macchina tedesca uccidendo i 6 militari che vi erano a bordo (CRT).

CASTIGLIONE della PESCAIA – In località Ponti di Badia vengono fatti saltare 2 ponti (RGT-CRT). Nel territorio comunale, Marino Armellini (23) resta vittima dei nazifascisti (Progetto Memoria – Regione Toscana).

CHIUSI – Dopo aver accompagnAto 2 tedeschi in località Rielle, il 40enne Alfredo Sodi viene freddato dagli stessi per ignoti motivi. I tedeschi uccidono in paese anche il 19enne Olinto Cacioli ( SNFT ). [N.B. Per Progetto Memoria il giovane Cacioli si chiamerebbe Remo].

CINIGIANO – In loc. Sticcianese attaccata colonna SS, inflitta 1 perdita ( CRT ).

FOLLONICA – Sulla strada di fortuna Collacchia di Follonica-Meleta, i partigiani fanno saltare un ponte ed interrompono il tratto stradale in più punti. Con questa distruzione, l’ampia zona compesa nel triangolo Follonica-Castiglione-Ravi è totalmente interdetta al transito di forti colonne autotrasportate (RGT-CRT).

GROSSETO – Al Centro Rifornimento Quadrupedi, i partigiani delle bande del Gruppo Tirli ingaggiano un combattimento contro un reparto tedesco ed uno italiano della G.N.R. intenti a portare via materiale appartenente al Regio Esercito. Vengono così recuperate due casse di materiale sanitario, cavalli, carri, macchine da scrivere ed altro materiale. Nello scontro muoiono un capitano italiano, un ufficiale e due soldati tedeschi e cade anche un partigiano (RGT-CRT).

GROSSETO – A mano armata e su mandato del capo della provincia Alceo Ercolani, i fascisti prelevano alle 4 del mattino dal cassiere della Banca d’Italia, con la minaccia di una grave rappresaglia, la somma di 2 milioni di lire che la sentenza del tribunale stabilirà come ”somme che poi si divisero tra loro in Grosseto …” (EEN 97). Si appropriano ”di ingenti somme di denaro appartenenti all’Ente Assistenza della Provincia e delle quali il De Anna aveva il possesso per la sua predetta qualità, somme che poi si divisero fra loro …” i gerarchi fascisti ”De Anna Michele, Ercolani Alceo, Barberini Ennio, Pucini Inigo, Biagini Bertè, Brinci Giovacchino, Marrini Augusto, Maestrini Angelo, Tuliani Fosco, Giannini Mario, Pucci Generoso, Franciolini Ferdinando, Ciacci Ilio vengono tutti accusati di peculato (Vedi sentenza Tribunale di Grosseto).

Luogo non identificato – La squadra della Iª compagnia al comando di Romeo requisisce del bestiame che i tedeschi progettano di condurre a Nord. Nell’azione viene fermato un carabiniere repubblichino travestito da civile, in possesso di armi, che, riconosciuto come delatore da alcuni abitanti del luogo, viene giustiziato (RMAA).

MANCIANO – In località Sgrillozzo, la BAM di capalbio attacca i tedeschi (CRT).

MASSA Marittima – Sopra un camion tedesco, nella notte, Tosi, Nardulli ed altri tracotanti fascisti con le loro famiglie, lasciano il paese per dirigersi al Nord. Alla fine della discesa di Sciantapetto, ai piedi della collina del paese, alcuni partigiani bersagliano il camion provocando la morte di due militi ed alcuni feriti trasportati all’Ospedale di Pisa in quanto quello massetano, vicinissimo, non è più per loro sicuro (LPP-LUA-EEN). Presso Schiantapetto, la Camicia Bianca apre il fuoco su 3 camion di fascisti del PFR in transito: 4 rimangono uccisi ed altri sono catturati (CRT).

MASSA Marittima – Alberto Tappari, Commissario Prefettizio fascista del Comune, indice una riunione cui partecipa gran parte dell’antifascismo moderato (“Carboncini padre e figlio, Focacci Osvaldo, Comparini Ettore, Beni Oliviero, Ceccarelli Emilio …”). Scopo primario è quello di “evitare spargimento di sangue in paese” attraverso i buoni uffici di questi antifascisti verso le bande partigiane affinchè dimostrino clemenza nei confronti di “Nardulli, Tosi e famiglia Azzi” [macchiatisi di delitti] e mettendo sul piatto anche le proprie dimissioni cedendo l’amministrazione agli intervenuti. Gli interpellati respingono le offerte ma giorni dopo alcuni elementi verranno di fatto cooptati nella temporanea gestione del Comune (RAM).

MASSA Marittima – Sulla rotabile Massa – Siena, attaccato e incendiato autocarro tedesco: bilancio, 1 tedesco morto e 2 feriti (RCR-RAM).

MONTEPULCIANO – Il 4° Gruppo Bande attacca un camion della RSI: resta ucciso un maresciallo dell’aviazione tedesca che era a bordo (CRT).

MONTERIGGIONI – La IIª Banda Monte Amiata interrompe la linea telefonica Siena-Colle val d’Elsa, poi si scontra con nazifascisti uccidendo un tedesco e ferendo 4 militi della GNR (CRT).

MONTEROTONDO Marittimo – Verso le ore 23, partigiani delle sezioni Fidanzi, Meoni, Benedici, Mancuso e Dani della IIIª Brigata Camicia Rossa, sollecitati dal CLN locale, entrano in paese occupandolo, accolti da un indescrivibile entusiasmo della popolazione. Viene diffuso un volantino di saluto e si distribuiscono i viveri.  Al tenente Gallistru viene affidato il compito della vigilanza notturna e la difesa.Il giorno dopo vi sarà lo scontro coi tedeschi nel quale perderanno la vita 5 partigiani (ACG-RAM).

MONTICIANO – Il 3° Distaccamento partigiano della Brigata “Spartaco Lavagnini” attacca due autocarri fermi per rifornimento incendiandoli ed uccidendo 6 tedeschi (RSL).

MURLO – Il Distaccamneto nr. 4 della Brigata d’ Assalto “Spartaco Lavagnini“, nella zona di Montepescini, blocca la strada e obbliga al combattimento reparti tedeschi autotrasportati conseguendo il risultato di numerosi tedeschi uccisi e di un numero imprecisato di feriti. Tra i partigiani 8 sono i feriti (?) e 23 i dispersi (RSL).  In località Montepescini, il Distaccamento Pisacane annienta 4 tedeschi a bordo di un’auto militare (CRT). La fonte PVM riferisce invece di perdite molto superiori sia in campo tedesco che partigiano.  Inoltre, sempre nel territorio comunale, la Relazione partigiana parla di un altro fatto: Pattuglie del 2° Distaccamento, sulla strada della Merse, catturano due autocarri tedeschi e ne distruggono un terzo; nello scontro trovano la morte 3 soldati tedeschi. Dopo la Liberazione i due autocarri vengono requisiti dalle truppe francesi (RSL).

NICCIOLETA – Un piccolo gruppo di partigiani, comandati da Marco Checcucci, occupa il villaggio minerario insieme a numerosi elementi locali, disarmando i carabinieri ed eseguendo perquisizioni nelle case dei pochi fascisti repubblicani (RAM).

PRATA – Sulla rotabile per Siena, i partigiani della Camicia Rossa attaccano e incendiano un autocarro tedesco: 1 morto e 2 feriti (Rel. Formazione).

ROCCASTRADA – I partigiani entrano in paese incontrandosi col CLN locale che avoca a sè le funzioni di polizia, controllo e sorveglianza dei fascisti, oltre ai primi elementari compiti amministrativi (TMV).

ROCCALBEGNA – Arriva un camion di militi fascisti da Arcidosso per impedire la distribuzione del grano disposta il giorno prima dai partigiani: nei pressi del molino, appena arrivati, sparano ferendo Alessandro Denci (73) e Paolino Pollini (39) che morirà per questo il 19 ottobre successivo ( SNFT ).

Alle prime ore del 9 giugno un reparto dell’esercito repubblichino composto da un plotone della 2° compagnia O.P. e da un plotone della Compagnia territoriale della G.N.R. di sede di Arcidosso,bene armato, occupa il paese di Roccalbegna, dove in quel momento non si trovano partigiani, spara all’impazzata nel paese e due civili, tra i quali lo squadrista e fascista repubblichino Paolino Pollini, decedono in seguito alle ferite riportate”. Quando il 10 i fascisti abbandonano il paese sono attaccati dai partigiani che sequestrarono molte armi” (Corriere dell’ Amiata).

ROCCATEDERIGHI – Un distaccamento della Gramsci, in marcia per assaltare il campo di concentramento dove sono rinchiusi ebrei, si scontra con militi GNR che, all’ insaputa dei partigiani, stanno disertando per unirsi a loro: muoiono 8 militi e 2 restano feriti (CRT). Un gruppo partigiano della Brigata Lavagnini di italiani e franco-algerini, proveniente da Poggio Fogari (Chiusdino) e sotto il comando di “Bombolo“, nottetempo si imbatte in un gruppo di militi in abiti borghesi, in servizio al campo d’internamento di Roccatederighi, che stanno tornando alle loro case. La testimonianza del partigiano Cesare Nunes ricorda del loro procedere a mani alzate e dell’impressione che Bombolo ha di scorgere una bomba a mano in pugno ad uno dei militi. Ne nasce una nervosa sparatoria al termine della quale 2 militi restano feriti e ben 6 morti: Rino Bargellini, Luciano e Antonio Benvenuti, Mario Bogi, Filelfo Falchi e Telemaco Deldo Sclavi, quasi tutti da Sassofortino (BAM).

S.GIMIGNANO – La notte tra il 9 e il 10 giugno,  circa 300 tra Gappisti e Partigiani liberano i detenuti politici del carcere di San Gimignano. Molti di loro, per età e condizioni fisiche, potranno aggiungersi sulle Carline alla 23a Brigata Boscaglia.

S.MINIATO – Il raggr. Monte Albano cattura e disarma 2 soldati tedeschi (CRT).

SASSO d’OMBRONE – Disarmati carabinieri e militi GNR da parte dei partigiani(CRT).

SCARLINO – “Il gruppo di patrioti scarlinesi entra in paese armato di quattro mitragliatrici leggere, di sedici fucili mitragliatori, di un centinaio di bombe a mano e relative munizioni. La poca resistenza incontrata è presto travolta e, ristabilitasi la calma ed allontanatisi i nazifascisti,  viene costituito un comitato composto dai cittadini Gino Maestrini (Presidente), Flavio Agresti, Lelio Agresti, Giuseppe Innocenti, Adamo Petrai, Urbino Giuggioli, Florio Fontani (quasi tutti del PCI), per provvedere al mantenimento dell’ordine, ai bisogni del paese ed al sostentamento alimentare della  Banda partigiana (RBSC/TMV/CRT).

SEGGIANO – In località Anzitonia, la Banda di Seggiano cattura un tedesco recuperando armi dalla pattuglia messa in fuga (CRT).

SIENA – Il notiziario della G.N.R. riservato al Duce ed alle alte gerarchie, riporta, per la provincia di Siena, la defezione di 11 militi ”provenienti dai Carabinieri” (NGNR del 9/6/1944).

SUVERETO – Nella notte tra il 9 e il 10,  partigiani attaccano la caserma della G.N.R. di Suvereto catturando 14 militi, in seguito passati per le armi.

TORNIELLA – A seguito di accordi, il presidio GNR si lascia disarmare dal Distaccamento Giuggioli-Parri senza incidenti (CRT).

VOLTERRA – Arresto dell’ antifascista volterrano Tranquillo Staccioli (ANPI Volterra).