GROSSETO 19- 20 gennaio 2011: Spagna, Despuès de la guerra … ricordare gli antifascisti italiani

Mercoledì 19 gennaio ore 21 e 30

al Teatro degli Industri di Grosseto

 

Pueblo que canta no morirà

 

I Vincanto cantano la Resistenza spagnola

 

 

“Voglio cantare e se non canto moro”, così inizia uno stornello che Sandro Portelli raccolse  nel 1970 da due donne emigrate dall’Abruzzo e baraccate a Roma presso l’acquedotto Felice. Nel mondo popolare il canto restituiva presenza e dignità anche a chi era costretto ad una vita di miseria e possedeva a mala pena se stesso, la propria voce. Si cantava  per riappropriarsi di se stessi, per ricordarsi di esistere, per sopravvivere alla fatica, all’alienazione del lavoro, ai soprusi del padrone, alla povertà, alla guerra, perfino alla dittatura. Si cantava per non morire, affatto metaforicamente.

“Pueblo que canta no morirà” è un viaggio con i Vincanto nella Spagna antifranchista; dai canti nati sulle barricate repubblicane, pieni di speranza, di orgoglio, a quelli sarcastici e malinconici nati durante la dittatura, in un periodo in cui ricordare la guerra significava per molti ricordare una terribile sconfitta, ma nei quali ancora qualcuno non cessava di ammonire che se i fiori di Spagna erano morti in aprile (il primo aprile del 1939 Franco proclamò la fine della guerra e la nascita del regime) quei fiori sarebbero tornati, perché “al pueblo y a las flor no los mata el fusil” .

Canzoni che sono vere pagine di storia,  raccolte in gran parte proprio da ricercatori italiani che si occuparono prevalentemente di musica popolare del nostro paese, durante un memorabile viaggio in Spagna  avvenuto nell’estate del 1961, in piena dittatura franchista.

Canzoni  spesso nate su melodie di brani e danze  popolari preesistenti,  o sulle arie di inni di altre precedenti guerre e rivolte, importanti certamente come documenti, ma anche musicalmente e poeticamente bellissime. Ogni canzone ha una sua storia che si lega alla vita delle persone che l’hanno cantata. Questa storia proviamo oggi a raccontare.

 

 Nell’ambito del convegno

 

Despuès de la guerra

 

Antifascisti italiani e toscani tra guerra di Spagna, Francia dei campi, Resistenze.

 

 

Palazzo della Provincia, Sala Pegaso

Grosseto, 19 e 20 gennaio 2011

ISGREC, via de’ Barberi 61 – 58100 Grosseto tel/fax +390564415219

segreteria@isgrec.it

www.isgrec.it

 

ISGREC-INSMLI

Ministerio de la Presidencia, Spagna

Collaborazione: Comune di Grosseto, Provincia di Grosseto, Istituti storici toscani, Istituto Salvemini-Torino, “Spagna contemporanea”, MUME, La Jonquera

 

 

Patrocinio

Regione Toscana

Ambasciata di Spagna a Roma

 

Dopo la ricerca sulla partecipazione dei volontari toscani alla guerra civile spagnola, il lavoro di cui si dà conto riguarda le esperienze che seguirono. La prima, l’internamento nei campi della Francia del Sud, ha stentato ad emergere nella coscienza collettiva. Fu un regime democratico a risolvere l’emergenza della “marea umana” che nell’inverno del 1939 si riversò in Francia, oltre il confine dei Pirenei, ammassando  i reduci, stremati da tre anni di una guerra orribile e dalla sconfitta patita, insieme ai civili nei Camps de la plage.  Quello che fu l’esito di uno dei più imponenti esodi forzati di popolazioni, nell’Europa del Novecento, è documentato da immagini fotografiche e riprese filmiche. Gli archivi francesi conservano abbondanti tracce del calvario, che condusse molti a lunghe permanenze nei campi dell’interno, nel tempo divenuti anche luoghi di segregazione per vittime di nuove persecuzioni politiche e razziali. Le carte restituiscono spesso l’immagine di condizioni di vita estreme, ma insieme della graduale ripresa di energie e volontà politiche. Gurs, Vernet, come altri campi, lungo un tempo che va dalla Retirada agli anni di Vichy, furono anche luoghi di nuova aggregazione per gli ex-miliziani e i volontari delle Brigate internazionali, apprendistato politico per i più giovani. L’uscita dai campi fu in molti casi l’inizio di una nuova esperienza di lotta, nella Resistenza, in Francia o in Italia.

Attraverso il frammento di storia, che la ricerca sui volontari toscani ha cercato di ricomporre, è possibile cogliere le tracce della continuità di un antifascismo, che va ben oltre le cronologie e le vicende delle storie nazionali. La posta in gioco, nel linguaggio di Carlo Rosselli, erano “valori così grandi, tutta la speranza di un’epoca, il bisogno di emancipazione, la pace stessa, la sorte dei popoli oppressi”(1937).

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Il convegno Despuès de la guerra. Antifascisti italiani e toscani tra guerra di Spagna, Francia dei campi, Resistenze si colloca all’interno delle ricerche, progettate dall’ISGREC e sostenute dal Governo spagnolo, nell’ambito di bandi, finalizzati a sostenere “Actividades relacionadas con las víctimas de la Guerra Civil y del franquismo”. Dal 2008 a oggi, sono tre i progetti accolti e finanziati dal Ministerio de la Presidencia della Spagna. L’esito del lavoro concluso attraverso i primi due è visibile nel sito web www.isgrec.it. Siamo grati alla Spagna, che sta avendo cura anche della memoria di altri popoli e paesi. Per l’ISGREC questa ricerca  è stata occasione per la costruzione di una preziosissima rete di relazioni europee.

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