Roberto TONELLI

   Figlio di Giovanni Tonelli e di Fortunata Mazzei, nasce il 24 dicembre 1904 a Piombino , dove “serba condotta regolare” fino al ’22, quando emigra in Francia, insieme alla madre e al fratello Liberale, stabilendosi a Tolone. Operaio, compare il 13 marzo del ’28 in un elenco di “temutissimi” anarchici, aderenti a un’associazione segreta che farebbe capo – secondo quello che scrive il Ministero degli Affari Esteri il 2 maggio – a Luigi Bertoni, il redattore de «Le réveil anarchiste» – «Il risveglio anarchico» di Ginevra.   Il 27 luglio il console fascista di Marsiglia, Carlo Barduzzi, riferisce che, “durante la sua permanenza a Tolone, [Tonelli] ha svolto attiva propaganda, sì da ritenersi elemento pericoloso per l’ordine nazionale” e che nel ’27 è stato arrestato perché aveva “numerosi opuscoli di propaganda anarchica, provenienti da Ginevra”: attualmente – continua Barduzzi – abita a Tolone, in Rue Pasteur 32, e “frequenta noti elementi anarchici italiani e francesi”.

Inserito successivamente al n.10740 della «Rubrica di frontiera», Tonelli scrive due articoli: “Il regno dei morti” e: “Anarchico?”, che appaiono, nell’ottobre e nel dicembre del ’28, su «Eresia» di New York, rivista redatta dall’anarchico individualista Enrico Arrigoni a New York, e che sono il frutto di attente letture, sostenute da una buona cultura, oltre che espressione di ferme e radicali convinzioni. Il 29 dicembre il solito Barduzzi informa il capo della polizia fascista che Tonelli è alto m.1,70, ha corporatura robusta e porta i baffi neri all’americana, e il 5 gennaio del ’29 gli fornisce una sua foto, “con preghiera di cortese restituzione”. L’11 aprile Roberto viene arrestato a Tolone mentre vende “dei biglietti di una lotteria clandestina” per le vittime politiche e perché risulta “sprovvisto della carta d’identità francese”.

Colpito l’estate seguente da un decreto di espulsione per la sua militanza nel “partito anarchico” e i suoi legami con Camillo Berneri, resta illegalmente in Francia, spostandosi a Parigi, dove fa perdere le tracce fino al 21 aprile del ’35, quando il suo nome viene scoperto in una lista di 22 esuli italiani sottratta da uno spione dell’O.V.R.A. a Francesco Barbieri, un anarchico molto conosciuto per le sue attività rivoluzionarie ed anche per quelle terroristiche: “È da presumersi, perciò, – sottolinea il direttore della Divisione polizia politica, Michelangelo Di Stefano, il 17 maggio – che i nominativi stessi riguardino persone in relazione col Barbieri e siano, quindi, o anarchici o di tendenze anarchiche. Alcuni di essi, infatti – come Barattini Adolfo Paolo, sedicente Battaglini, Bendinelli Alfonso, Boldrini Virgilio, Cioni Alfonso, Tonelli Roberto – appartengono ad elementi già ben noti, chi quale anarchico, chi quale comunista. Ma anche questi ultimi – cioè quelli noti quali comunisti – sono da ritenersi, come si è detto, per lo meno simpatizzanti anarchici”.

Il 23 aprile Tonelli viene arrestato per “inosservanza del bando di espulsione” a Colombes (Seine), in una casa di rue Colbert, dove vive con la francese Marcelle Hapillon, e gli viene sequestrata una carta di identità contraffatta, intestata al falso nominativo di Loreto Conti, di cui talvolta si serve. Iscritto nel «Bollettino delle ricerche» quale “anarchico da perquisire, segnalare e vigilare”, parte per la Spagna dopo l’“alzamiento” e si arruola – sembra – nelle Brigate Internazionali. Rientrato in Francia, è segnalato a Puteaux all’inizio del ’38, dove vive con Marcelle Hapillon e frequenta l’anarchico Bidault. In settembre scrive una lettera al Consolato generale d’Italia di Parigi per farsi rilasciare il passaporto, fornendo, però, per una risposta che non arriverà mai, non il proprio indirizzo, ma quello del Comitato del diritto d’asilo della C.G.T. (33, rue de la Grange aux Belles).

Il 4 marzo del ’39 figura in un elenco di “sovversivi ex combattenti nelle brigate internazionali di Spagna”, che “hanno in corso il provvedimento di espulsione dalla Francia”, insieme a Egidio Fossi, Vittorio Scalcon, Alfredo Rusconi, Celso Persici, Italo Ragni e altri. Il 3 maggio del ’43 è ancora in Francia, ma “se ne ignora l’esatto recapito”.

 
Tratto da: Bucci, Fausto. Carolini, Simonetta. Gregori, Claudio. Piermaria, Gianfranco. “Il rosso, il lupo e Lillo”. Gli antifascisti livornesi nella guerra di Spagna, Follonica: La Ginestra, 2009.