Romolo Pisani

Nasce il 10/06/1923 a Polveraia, frazione del comune di Scansano (Gr), da una famiglia di calzolai.

La sua scelta di campo è simile a quella di tanti altri giovani: pur non venendo da una famiglia politicizzata, all’indomani dell’8 settembre del ’43 sceglie la non collaborazione con il fascismo della Repubblica Sociale alleata dei nazisti e, lasciato il posto di lavoro, alcune settimane dopo si rende renitente alla leva, rifugiandosi presso un podere non lontano da Polveraia.

I primi periodi sono di non belligeranza ed i giovani fuggiti con lui pensano più che altro a starsene lontani dai rastrellamenti e dai pericoli della Milizia fascista: è soprattutto un sergente di Scansano che si è messo in testa di acciuffarli e le sue visite minacciose alle famiglie dei renitenti di Polveraia sono frequenti.

Con il passare dei mesi ed il precipitare degli eventi, con la constatazione della sempre maggiore violenza tedesca [un anziano contadino è vigliaccamente ucciso dai nazisti solo per il fatto che il suo podere è prossimo al luogo dove si è svolta un’imboscata partigiana], cresce la loro organizzazione e sono inquadrati in una snella formazione al comando del partigiano ‘’Tripoli’’ di Baccinello, formazione che si muove a proprio agio per le macchie di quelle alture che i giovani conoscono come le loro tasche.

Non essendo quella una zona delle più strategiche, non vi avvengono grosse battaglie ma solo brevi, seppur intensi, scontri: ad alcuni partecipa anche Romolo.

La loro squadra è inquadrata nell’ampia brigata partigiana VII° Gruppo Bande – Raggruppamento Monte Amiata del Colonnello Adalberto Croci che opera in tutta l’area sud della Provincia di Grosseto e sull’ Amiata, fino a d arrivare a Massa Marittima con la Brigata Camicia Bianca di Renato Piccioli.

Dei compagni d’avventura, ricorda Ferrari di Baccinello, Iori (Loris) Pisani, Sommi e Delfo Ciaffarafà di Polveraia.
Conosce anche il ‘’tenente Gino’’, il comandante partigiano Luigi Canzanelli che cadrà in un’imboscata fascista a Murci insieme a Giovanni Conti.

Romolo Pisani non risulta nell’elenco ufficiale dei ‘Partigiani Combattenti’: all’indomani della fine del conflitto parte subito militare e non presenta mai domanda per essere iscritto in quell’elenco.

Di formazione cattolica e democratica, negli anni della guerra conosce Giuseppina Fantoni [ che poi sposerà e con la quale tuttora vive felicemente ], figlia dell’antifascista Carlo Fantoni di Talamone, percosso e costretto dai fascisti a trasferirsi con la famiglia a Pancole.

(Scheda di Aldo Montalti sulla base dell’intervista rilasciata da Romolo Pisani in Polveraia il 20 settembre 2011).