Girolamo Signori

Figlio di Costantino e di Chiara Matteoni, nasce a Scarlino il 3 ottobre 1896. Minatore, si iscrive alla gioventù socialista nel 1910. Chiamato alle armi nel 1915, partecipa al primo conflitto mondiale, combattendo sull’Isonzo e sul Piave. Congedato al principio del 1919, due anni dopo aderisce al P.C.d’I. e si oppone immediatamente allo squadrismo fascista, particolarmente feroce nella zona di Scarlino, dove viene brutalmente assassinato dalle camicie nere il colono Gabriello Dani. E sono i briganti tricolorati che costringono Girolamo ad abbandonare la Maremma nel 1923 e ad emigrare clandestinamente, insieme ai fratelli Antonio , Sirio (1)  e Giuseppe (2, nella foto) , anche loro oppositori del fascismo, ormai alla guida del paese, dopo la marcia su Roma. Stabilitosi in Francia, Signori lavora nella miniera di ferro di Auboué e nello stabilimento automobilistico di Belfort, insieme a Francesco Faelli, a Giuseppe Maggiori ad altri esuli maremmani.

Iscritto dalla dittatura di Mussolini nella «Rubrica di frontiera» per le misure di perquisizione, segnalazione e vigilanza, nel 1938 abita a Belfort e continua a professare idee comuniste, come i fratelli Antonio e Sirio, anch’essi esuli. Il 5 novembre 1938 il Consolato italiano di Strasburgo comunica al Ministero dell’Interno fascista che Girolamo è iscritto alla “Confédératon générale du travail” e che “nel corso di una mobilitazione, avvenuta in Francia recentemente, si è presentato alle autorità locali, dichiarando che, in caso di guerra, intende arruolarsi nell’esercito transalpino per lottare in favore del paese”, che lo ospita da più di 15 anni.Dopo lo scoppio del secondo conflitto mondiale il nostro rimane in Francia, mentre le autorità italiane confermano la sua iscrizione nella «Rubrica di frontiera» per la misura di perquisizione “sotto l’aspetto doganale” e la “segnalazione per vigilanza”.

Il 21 giugno 1943 la Prefettura maremmana riferisce ai superiori che i genitori di Signori, Costantino e Chiara, risiedono a Follonica, nel quartiere (o rione) di Sensuno (o Senzuno), che fanno i pastori e che “da tempo” non ricevono notizie del figlio. Durante la guerra Girolamo collabora con i partigiani francesi, poi, dopo la Liberazione, continua a vivere in Francia, dove si spegne nel 1986 (3).

Scheda di Simonetta Carolini, Fausto Bucci, Andrea Tozzi.

Note:

1 – Antonio e Sirio Signori nacquero a Scarlino. Dopo il 1945 restarono in Francia, dove sono deceduti.
2 – Nato a Scarlino il primo gennaio 1894, Giuseppe Signori professava idee comuniste. Rientrato in Italia dopo alcuni anni di esilio in Fraancia, faceva parte nel 1937, insieme a Akim Pucciarelli, Aldo Innocenti, Giulio Bianchi e Giorgio Galeazzi, del gruppo, che ascoltava le radio repubblicane spagnole alla baracca 51 di Follonica. Coniugato con Fenisia Borborini, Signori è morto a Follonica il 15 marzo 1971.
3 – Signori, Alitea. Testimonianza, Follonica, 8 maggio 2000; Vignali, Marcella. La Resistenza in provincia di Grosseto, Firenze: Università degli studi, 1974-1975, vol.2, p.35-36.