Amleto Bicchierai

Amleto BICCHIERAI

Figlio di Alessandro e Assunta Melosi, nasce a Livorno il 5 novembre 1876 e fa il friggitore di pesce, dimostrandosi sempre generoso e disinteressato: “…da giovane – ha ricordato Cariddi Di Domenico – Amleto Bicchierai ci aveva una pescheria, faceva da mangiare e chi ‘un ci aveva i soldi andava a mangia’ là”.

Militante anarchico, Bicchierai viene condannato nel 1898 a 3 mesi e 22 giorni di carcere per istigazione a delinquere e nel 1908 si vede infliggere 7 mesi e mezzo di reclusione per incitamento all’odio di classe. Iscritto, al principio del 1917, all’Associazione per la cremazione, di cui è noto l’orientamento sovversivo, e membro del direttivo dell’Associazione razionalista livornese, frequenta nel biennio rosso gli anarchici Pio Coli, Giovanni Sarti e Ottorino Rocchi, svolge un’intensa propaganda tra gli scaricatori di porto e sostiene la stampa libertaria, e in special modo il settimanale «Fede!» di Roma.

Il due marzo, a Livorno, in via Vittorio Emanuele, un agente invesitigativo incrocia una comitiva di cinque uomini, uno dei quali gli assesta “un solenne spintone”: “Ma non vedi che ci sono io ?”, fa l’agente. “Chetati, sudiciume”, risponde l’altro, poi, insieme ai suoi compagni, lo piglia a pugni e tenta di trasportarlo in via del Giardino per pestarlo con tutto comodo in un luogo più appartato. L’agente viene salvato dall’intervento di tre guardie regie, che arrestano i cinque, identificandoli in Giordano Bruno Pini, Leopoldo Degl’Innocenti, Oreste Piazzui, Luigi Vanni e Amleto Bicchierai, tutti anarchici.

Nel 1924 il nostro si abbona alla rivista «Pensiero e volontà» di Roma e il 17 ottobre 1925 viene schedato dalla Prefettura labronica, che ne segnala la pessima fama politica e lo descrive come persona di carattere calmo, che si comporta bene in famiglia; “indifferente verso le autorità – continua il “cenno biografico” – ha promosso, prima della marcia su Roma, molte manifestazioni anarchiche nella città portuale”. Alla fine del 1926 Bicchierai viene proposto per l’assegnazione al confino, ma il 5 febbraio 1927 la Commissione provinciale si limita ad ammonirlo.

Il 27 dicembre 1927 Amleto viene prosciolto dalla misura di polizia e il 30 luglio 1929 viene fermato alla vigilia della giornata mondiale contro la guerra, proclamata dall’Internazionale comunista, e tenuto in carcere per vari giorni. Sorvegliato per i suoi rapporti con i compagni di idee, viene incluso, nel 1930, fra gli oppositori da arrestare in determinate circostanze. Nella primavera del 1931 subisce una inutile perquisizione domiciliare e nel 1933 viene cancellato dalla terza categoria dei sovversivi. La vigilanza, per altro, non si allenta e Bicchierai continua ad essere sorvegliato fino alla caduta di Mussolini. Dopo la Liberazione, riprende il suo posto nel movimento anarchico, particolarmente forte a Livorno in quel periodo.

Fonti: ACS, CPC, ad nomen; R. Prefettura di Livorno. Persone da arrestare in determinate circostanze. Elenco n°3, ACS, S13A, b.7, fasc.19; «Fede!», n.23, 24 feb. 1924; ivi, n.39, 22 giu. 1924; ivi, n.77, 1 mag. 1925; ivi, n.84, 23 ago. 1925; ivi, n.89, 11 ott. 1925; ivi, n.90, 18 ott. 1925; ivi, n.93, 15 nov. 1925; ivi, n.94, 22 nov. 1925; ivi, n.103, 14 feb. 1926; ivi, n.110, 29 mar. 1926, ecc.; Antifascisti nel Casellario politico centrale / a cura di S. Carolini, C. Fabrizi…, Quaderno n.3, Roma: Anppia, 1989, p.264.

[ Scheda di Rodolfo Bugiani, Gianfranco Piermaria, Andrea Tozzi per www.radiomaremmarossa.it ].