Angelo Grassi

Figlio di Agostino e di Maria Felici, nasce a Sinalunga il 28 agosto 1904, fa il muratore  e “nel periodo sovversivo – recita una comunicazione della Prefettura di Siena, datata 24 gennaio 1933 – pure essendo molto giovane, prende parte, quale gregario, a dimostrazioni sovversive e milita nelle file dei partiti estremi”.

Emigrato in Francia nell’agosto 1931, insieme alla madre Maria, viene iscritto dai fascisti nella «Rubrica di frontiera» per le misure di perquisizione e di segnalazione e nel «Bollettino delle ricerche» quale comunista da perquisire e segnalare. Il questore di Siena fornisce al Ministero dell’Interno il 17 aprile 1934 i seguenti connotati di Angelo: statura alta, capelli castani, naso rettilineo. Schedato dal 1932, il comunista senese risulta, il 17 giugno 1936, sposato con Gabriella Rossi. I due vivono a Tenao.

Naturalizzato francese (ma considerato apolide dalla dittatura italiana), Grassi valica i Pirenei, dopo la sollevazione franchista, e si arruola probabilmente nella XII Brigata Internazionale “Garibaldi”,  nella quale confluiscono, alla fine di aprile 1937, la maggior parte degli esuli italiani, che combattono nella penisola iberica. Dopo il ritiro dal fronte delle Brigate Internazionali nel settembre 1938 per decisione del Governo Negrín, Grassi passa attraverso i campi di smobilitazione repubblicani, poi, alla caduta di Barcellona (26 gennaio 1939), lascia la Catalogna e nel febbraio 1937, dopo una spaventosa marcia a piedi, sotto la pioggia, la neve e i mitragliamenti dell’aviazione fascista, entra in Francia.

Subito fermato e preso in consegna dalla guardia mobile transalpina e dagli spahis senegalesi, è internato nel campo pirenaico di St. Cyprien, dove l’esistenza è orribile e i prigionieri – mancanti di tutto – dormono nelle buche che scavano nella sabbia. Trasferito nel campo di Gurs, il nostro è rimesso in libertà e, dopo la scoppio della seconda guerra mondiale, viene mobilitato e aggregato all’esercito francese in virtù dell’acquisita cittadinanza transalpina.

Il 12 settembre 1941 la Delegazione francese per l’armistizio chiede ai fascisti italiani se acconsentirebbero al rimpatrio di Grassi, che risiede a Gattières (Alpi Marittime), e di Paolo Bernicchia, Giuseppe Cervara e Riolo Gerardi, anch’essi dimoranti nella Francia meridionale: “Questi stranieri, comunisti notori, si sono fatti notare in questi ultimi anni per la loro attività rivoluzionaria. In applicazione delle disposizioni prese sul nostro territorio costituendo un elemento di turbamento, essi sono stati espulsi dalla Francia e internati al Campo del Vernet…”.

 Rilasciato il 21 aprile 1942, Grassi organizza un gruppo di partigiani (FTP) nella zona di Nizza e compie varie azioni contro gli occupanti, ma il 7 luglio 1944, alla vigilia della liberazione della Francia, viene arrestato insieme al partigiano François Terrin. “Orrendamente torturati”, vengono entrambi impiccati a due lampioni a Nizza e lasciati là “per dare macabro spettacolo alla gente” e “come avvertimento ai patrioti”.

 

Scheda di Fausto Bucci, Simonetta Carolini, Luigi Paselli.