Primo Bagnoli

Nato a Monterotondo Marittimo  il 31 marzo 1898, fa il bracciante e l’operaio generico. Chiamato alle armi nel maggio 1915, partecipa alla prima guerra mondiale. combattendo in un reggimento di fanti. Tornato a Monterotondo Marittimo al principio del 1919, dopo oltre tre anni passati al fronte, si iscrive al partito comunista nel 1921.

Emigrato nel maggio 1922, si stabilisce nel Var (Francia meridionale), unendosi poi in matrimonio con Giulia Quillino, una connazionale nata a Finale Ligure il 29 gennaio 1905. Iscritto dai fascisti nella «Rubrica di frontiera», milita oltr’Alpe nelle file comuniste e al principio degli anni Trenta ottiene la cittadinanza francese. Ritenuto apolide dalle autorità italiane, è indicato, insieme alla moglie, come temibile agitatore e segnalato ai valichi di frontiera per la misura del “respingimento”, qualora tentasse di rimpatriare. Nel 1936 partecipa alle manifestazioni in favore del fronte popolare francese e sostiene la Spagna repubblicana, vittima del sollevamento franchista.

L’11 giugno 1940, a seguito della dichiarazione di guerra dell’Italia fascista alla Francia, viene arrestato a Saint – Laurent du Var e internato nel campo di sorveglianza speciale del Vernet (Ariège), mentre la moglie è rinchiusa nel campo di internamento di Brens (Tarn et Garonne). Dopo la resa della Francia alla Germania hitleriana, i collaborazionisti di Vichy gli revocano la cittadinanza per aver svolto attività sovversiva nel paese che lo ospitava (vittime dello stesso provvedimento sono Carlo Antibo, Pietro Ansaldi, Mario Cicognani, Angelo Grassi, Giuseppe Janni, Cesare Blengino, Angelo Bertolini, Santino Bertolotto, Giovanni Bianco, ecc.) e il 24 agosto 1941 la Commissione italiana d’armistizio lo include in una lista di antifascisti, ai quali la dittatura mussoliniana nega l’eventuale rimpatrio. Insieme a Bagnoli, i documenti conservati nel suo fascicolo menzionano Giovan Battista Favro, nato a Novalesa il 28 marzo 1913, già segretario di una cellula comunista, Santino Bertolotto, nato a Finalborgo il primo novembre 1900, militante “ communiste et antifasciste dangereux pour l’ordre public ”, e Giuseppe Marchesini, nato a Arezzo il 30 gennaio 1896 e condannato il 7 gennai 1941 a 18 mesi di reclusione dalla Corte di appello di Riom per propaganda comunista. Il 15 settembre 1941 Bagnoli risulta ancora internato nel campo del Vernet e il 17 gennaio 1942 è oggetto di una lettera del Ministero dell’Interno, dove si legge che lui e la moglie “sono dei propagandisti rivoluzionari molto [conosciuti], che si sono fatti notare nel 1936” come “agitatori assai pericolosi”. 

La Quillino – continua la lettera – “andava tutta vestita di rosso in testa alle manifestazioni comuniste”.

( Scheda di Simonetta Carolini, Aldo Montalti e Gianfranco Piermaria ).