Alceste Migliorini

Nato a Siena il 4 novembre 1872, fa l’operaio e nel 1883 si trasferisce a Firenze, stabilendosi presso un certo Ferrone di Loro Ciuffenna. A 15 anni si dà alla “vita girovaga” e nel 1890 riesce a ricongiungersi al babbo, un uomo poverissimo, la cui vita si chiude tagicamente qualche tempo dopo con il suicidio. Anarchico convinto, Alceste è descritto dalle autorità di polizia (che gli sono pregiudizialmente ostili) come persona di “carattere altezzoso, arrogante e violento”, che tiene “contegno sprezzante e baldanzoso” verso il potere costituito, e il 10 luglio 1897 è condannato a 10 mesi e 25 giorni di galera dal Tribunale di Siena per oltraggio e resistenza ai carabinieri, eccitamento all’odio fra le classi sociali e apologia di delitti.

Schedato il 14 luglio 1897, questo nemico dell’ordine e delle ingiustizie sociali resta in carcere sino al 10 giugno 1898, poi, dopo essere stato assegnato, il sette novembre 1898, al domicilio coatto per cinque anni, si dà alla latitanza. Arrestato a Piombino il 10 febbraio 1899, viene tradotto a Siena e incarcerato fino al 10 aprile 1899, in attesa che la Commissione di appello si pronunci sul suo ricorso contro la misura di polizia. Nei mesi successivi vive in uno stato di estrema indigenza e il 25 settembre 1900 viene arrestato a Follonica “per mancanza assoluta di mezzi e recapiti”.

 Nel 1902 fa il bracciante a Massa Marittima, nel 1904 viene fermato a Roccastrada “per motivi di pubblica sicurezza”, nel 1911 è a Scansano, nel 1913 lavora in Pian d’Alma, nel 1915 viene ricercato dalla forza pubblica, perché ha fatto perdere le sue tracce, e nel 1922 è segnalato a Grosseto. Nel 1929 si trova all’estero, irreperibile. Perciò i fascisti lo iscrivono al n.3040 della «Rubrica di frontiera» come nemico della dittatura di Mussolini.

(Scheda di Fausto Bucci, Michele Lenzerini, Gianfranco Piermaria)