Enzo BIAGINI, “Aprile”

  “Enzo Biagini, nasce a Piombino il 3 luglio 1924, da famiglia operaia. Come molti della sua generazione è avviato al lavoro giovanissimo, subito dopo le scuole elementari. Dopo un breve periodo di apprendistato nell’amministrazione del sindacato, dove impara i  rudimenti della gestione di un ufficio, entra come operaio alla Magona d’Italia a Piombino.

Nei primi mesi del 1944 è richiamato dalla marina della Repubblica Sociale. Si consulta, insieme ad altri giovani nella sua stessa condizione, con i dirigenti locali del Partito Comunista, ricevendone il consiglio di aderire momentaneamente al reclutamento. Trascorre così un periodo di alcune settimane a La Spezia e a Venezia nel quale riceve l’addestramento militare. A metà primavera, durante una licenza, riceve finalmente l’indicazione di unirsi alle formazioni partigiane che in quei mesi si erano andate strutturando.

All’inizio di giugno, insieme a Rodolfo Giovannelli e a Vilio Pinzaferri, che avevano diviso con lui tutto il percorso, si unisce alla Terza Brigata Garibaldi, nel 2° Distaccamento del piombinese Federigo Tognarini. Il suo nome di battaglia era “Aprile” e lui ricordava con una certa ironia l’origine del nome: diceva che il compagno prima di lui aveva scelto “Marzo” e così lui si era chiamato come il mese successivo.
La permanenza nella brigata è breve, circa un mese, fino all’arrivo degli alleati e al  passaggio del fronte, ma sufficiente per partecipare allo scontro a fuoco tra la sua pattuglia e una formazione tedesca, il 10 giugno 1944 nel Comune di Monterotondo Marittimo, nel quale i tedeschi subiscono gravi perdite, pagate però con la morte di cinque partigiani, tra i quali il loro comandante Alfredo Gallistru.

Dopo la guerra, nel dicembre del 1945, è reclutato dalla Regia Marina dove presta servizio sulla corazzata Caio Duilio e sull’incrociatore Raimondo Montecuccoli. A bordo del Montecuccoli vive il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Nel 1945 si iscrive anche al Partito Comunista mantenendo la tessera per tutto il resto della sua vita. Alla fine del servizio militare svolge lavori occasionali fin quando non rientra in Magona. Qui partecipa alle lotte dell’aprile 1953 per il mantenimento del posto di lavoro per tutti e all’occupazione dello stabilimento. Dopo l’irruzione della polizia e lo sgombero della fabbrica subisce la sorte dei tutti i suoi compagni e viene licenziato insieme agli altri lavoratori. In fabbrica non rientrerà mai più e svolgerà una vita lavorativa precaria come occasionale della Compagnia Portuali di Piombino.

Nel 1967, al momento della cosiddetta “autonomia funzionale” con la quale lo stabilimento Italsider escluse i portuali dai propri pontili, un accordo nazionale previde che 103 occasionali dei 120 in servizio, venissero assunti dallo stabilimento. Enzo rifiutò di lasciare la tessera della CGIL come viatico per entrare in fabbrica e così, rimase tra i 17 esclusi.
Nel tempo questo episodio ebbe però il suo risvolto positivo poichè nel 1972, ultimo dei 17, fu incorporato come socio nella Compagnia e questo gli permise di chiudere serenamente la sua carriera lavorativa e di avere una dignitosa pensione.
Nel 1987, poco dopo i suoi 63 anni, gli venne diagnosticata una leucemia mieloide, che sembrava lasciare buone speranze di vita, ma che, invece, lo ha portato a morire il 24 febbraio 1989, dopo solo 17 mesi.”

 

[A cura di Elio e Lorenzo Biagini, figlio e nipote di Aprile, per Radiomaremmarossa.it]