11 maggio

1889

SIENA – Nasce Ghino Poggiolesi, muratore comunista, condannato a 6 anni dal Tribunale Fascista nel 1927 per ” Organizzazione e propaganda comunista ” .

1891 

SCANSANO – Nasce Nestore Francia. Di professione viaggiatore di commercio, poiché già licenziato politico dalle ferrovie, lavora oltre 10 anni in Francia. Trasferitosi a Napoli, viene arrestato il 4 marzo 1942 per propaganda antifascista e confinato per 2 anni a Rotonda. Viene liberato il 5 novembre 1942 in occasione dell’amnistia concessa per il ventennale del fascismo (CPC).

1895 

MANCIANO – Nasce Luigi Garbini. Muratore, attivo dall’immediato dopoguerra, ripetutamente fermato per attività comunista e diffidato. Trasferitosi a L’Aquila, è iscritto nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Nel novembre 1940 viene arrestato e internato a Fabriano e alle Tremiti. Liberato nell’aprile 1942 (CPC).

1908

VOLTERRA – Nasce Arturo Giannelli, colono, condannato nel 1930 a 2 anni per “Costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda” (Sentenza n.53 del 20/12/1930 Pres. Tringali – Rel. Buccafurri).

1919

LARDERELLO– Primo grande sciopero nelle fabbriche dell’acido borico: è un successo di partecipazione in tutto il comprensorio meno che a Larderello dove gli operai – secondo il servile cronista Martinelli – restano ”sereni, decisi e attivi … ” (ACG).

1900

PISA – Nasce Ottorino Caponi, venditore ambulante, comunista. Arrestato nel marzo 1922 per correità in omicidio politico, prosciolto per insufficienza di prove, nel 1931 è ammonito per attività antifascista. Nuovamente ammonito nel settembre 1937 per offese al capo del governo, prosciolto in dicembre dello stesso anno. Risulta ancora essere vigilato nel 1942 (CPC).

 1920

LIVORNO – Nasce Ello Carpita, antifascita ammonito nel 1943 per la frase “Meno male che fra poco si diventa internazionalisti ” (CPC).

1921

PISA – Il Prefetto di Pisa telegrafa al Ministero dell’Interno che i membri del fascio pisano sono 800, quelli di Volterra 192, 60 a Piombino, 70 a San Vincenzo, quelli di Cecina sono 120, quelli di Castagneto Carducci 35 … (RLL).

PISA – Nasce Ranieri Salvestroni, nome di battaglia “Rino“. Residente a Piacenza e militare col grado di sergente, è partigiano dal 1°/3/1944 al 28/4/1945 con la IVª Brigata “Cattaneo”. Resta ferito in combattimento a Bobbio il 19 ottobre 1944 (UBO).

 1922

LIVORNO – Due fascisti dai modi ”distinti”, alle 22,45, all’uscita dalla drogheria di Alessandro Porquier, in via de Larderel, si azzuffano con alcuni lavoratori e sparano ferendo i facchini Oreste Brondi (o Brandi), di 37 anni, alla coscia sinistra ed Angiolino Angiolini, 33 anni, alla regione retromastoide destra. I feriti vengono portati all’ospedale dallo scaricatore Dogali Morelli che, sebbene estraneo al conflitto, viene arrestato. I due facchini sono piantonati, degli sparatori nessuna traccia (RLL).

1928 

MARINA di PISA – I fascisti arrestano Girolamo Li Causi, uno dei principali dirigenti del PCI: verrà condannato dal Tribunale Speciale a 20 anni e 9 mesi di reclusione. Sarà liberato nell’agosto 1943 e si unirà subito alla Resistenza in Lombardia, dedicandosi poi alla lotta contro la mafia (CPC).

1943

PORTOFERRAIO – In città viene scritto su un muro ” Viva la Russia ” firmando con una falce e martello (FAR).

1944

ALTA MAREMMA – In località imprecisata, definita nella relazione ”sulla rotabile per Grosseto”, partigiani della IIIª Brigata Garibaldi Camicia Rossa disarmano 2 militi G.N.R. (RCR)

ANQUA –  Quattro renitenti alla leva non collegati al movimento partigiano, sorpresi presso la fattoria di Anqua a chiedere cibo a nome dei partigiani, vengono condotti alla sezione comando della XXIII brigata, processati, fucilati: muoiono così Alfiero Bucci (1916, di Montecastelli Pisano), Fidalmino Donati (1925, di Casole d’Elsa), Cherubino Francioli (1925, di Radicondoli) e Valentino Gonnelli (1923, di Montecastelli Pisano). I quattro pagano pesantemente alcune “estorsioni” che loro ed altri sbandati avrebbero fatto nei poderi e nelle fattorie a nome del movimento partigiano, reati strumentalizzati dalla propaganda nazifascista portando grande discredito al movimento della Resistenza (PBA).

CASTIGLIONE della PESCAIA – Requisizione di ammassi da parte di civili e di partigiani russi in divisa tedesca ( Questura GR telegr. 2126 17.05.44 ).

ROCCASTRADA – In località Collelungo” 300 armati” requisicono gli ammassi dai magazzini comunali (Questura GR, telegr. 2103 12.5.44 ).

SASSETTA – Un nucleo della IIIª Brigata Garibaldi, in perlustrazione nella zona, disarma alcuni fascisti repubblichini incontrati sul proprio cammino (RAM).

SIENA – Il Comando provinciale della GNR deve ammettere, in una nota, che ” la popolazione, salvo poche eccezioni,nella maggioranza dimostra verso l’esercito Repubblicano indifferenza e disinteressamento ” mentre ” varie migliaia, tra renitenti agli obblighi militari, sbandati, disertori e comunisti, costituiti in bande o gruppi armati, agiscno nella maggior parte del territorio di questa provincia, di preferenza nelle zone boscose limitrofe alle province di Grosseto, Arezzo e Pisa … le popolazioni, dove impera il ribellismo, sono in massima parte favorevoli a questi ” (LDIIR).

SUVERETO – Va a vuoto un accerchiamento fascista, con 20 militi GNR, nei confronti di una casa dove avrebbe dovuto trovare uomini dei GAP che, precedentemente avvertiti dall’efficiente servizio informativo, si erano dileguati (RAM-CRT).

TREQUANDA – Catturato e ucciso un cappellano della GNR dopo la sua confessione di essere un delatore; catturato, spogliato e accompagnato nudo in paese dai partigiani della Val d’Orcia un aderente al PFR (CRT).

VIGNANO – Don Luigi, parroco della frazione senese e importante collaboratore antifascista, consegna un certo numero di fucili ai partigiani della Lavagnini: il materiale era al solito tenuto nascosto nel piccolo cimitero del borgo senese, in fosse appositamente scavate a  modo di tombe con tanto di croce (BPA).

1945 

Luogo non indicato – Arresto del fascista grossetano Alfredo Del Canto, uno dei fucilatori del plotone di esecuzione che assassinò 11 renitenti alla leva disarmati a Monte Bottigli, dopo un processo farsa. Responsabile anche di collaborazionismo e altri reati, in I° grado viene condannato alla pena di morte per fucilazione, poi commutata in ergastolo, quindi ridotti a 30 anni e, successivamente, ancora ridotti a 20 anni. Fino a che, nel 1960, la Corte di Appello di Firenze estingue i reati di collaborazionismo e omicidio [Sentenza del 18/12/1946 e successive].

1954

LIVORNO – Scena di “ordinaria reperessione”: la locale Questura ritira il passaporto, senza fornire spiegazioni, alla scrittrice femminista Sibilla Aleramo, che alloggia presso un albergo della città per tenervi il giorno successivo una conferenza. Nella notte, un poliziotto si era recato all’albergo al fine di convocare la scrittrice per il giorno successivo, costringendola poi ad un’attesa di ore, sempre senza fornire spiegazioni ( CFC ).