Ghino Spalletti

 

Nato a Massa Marittima il 19 agosto 1905, segue la famiglia a Chiusdino nel 1916. Trasferitosi successivamente a Colle Val d’Elsa, fa l’autista di camion e si iscrive al partito comunista. “Prelevato” dai fascisti colligiani il 19 agosto 1925 nella sua abitazione (la stessa sorte è riservata ad una quarantina di compagni di fede), viene portato nella sede dei “neri”, dove subisce un brutale pestaggio nella “stanza del supplizio” ( “eravamo sfiniti, lividi, grondanti di sangue ”, ricorderà molti anni dopo) ed è testimone, insieme al compagno Balilla Giglioli, delle selvagge violenze inflitte dagli schiavisti, con particolare accanimento, al comunista Leo Franci (futuro combattente nelle Brigate Internazionali in Spagna), che esce dall’ “ interrogatorio ” “ livido nella faccia, nel dorso, pesto e sanguinante in tutta la persona per le torture subite, pugnalato in più parti…”.

Denunciato per “incitamento all’odio di classe”, viene prosciolto dalla Sezione d’accusa di Firenze il 21 dicembre 1925. Di nuovo arrestato, è assolto (applicazione di un’amnistia) dalle imputazioni di “duplice cospirazione”, come recita la sentenza della Corte d’assise di Siena del 19 maggio 1926. Arrestato per la terza volta nel marzo 1931 e denunciato per appartenenza al P.C.d’I., attività di Soccorso Rosso e propaganda sovversiva (art.4 della legge 25 nov. 1926, n.2008), insieme a Leo Franci, Canzio Conforti, Dino Bandini, Nello Salvi, Nello Giovani, Inigo Montemaggi, Dino Marchi, Mino e Goliardo Paradisi, Agostino Franchi, Balilla Giglioli, è deferito al Tribunale speciale fascista, che lo proscioglie il 21 agosto seguente per insufficienza di indizi.

Diffidato dalla Commissione provinciale per le misure di polizia, è vigilato fino al 25 luglio 1943 (caduta di Mussolini). Cinque giorni dopo viene arrestato, sempre per motivi politici, dalle autorità badogliane, insieme a Nolbis Martini, soprannominato “ Beccastelle ”.

Fonti: ACS, Roma, CPC, b.4896, f.95408; Dal Pont, Adriano. Carolini, Simonetta. L’Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le sentenze istruttorie e le sentenze in camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall’ano 1927 al 1943, Milano: La Pietra, 1980, v.1, 530-531; Antifascisti nel Casellario politico centrale / a cura di Simonetta Carolini, Luciana Martucci, Cristina Piana, Liliana Riccò, M. Antonietta Serci, Roma: A.N.P.P.I.A., 1994, v.17, p.259; I racconti dell’antifscismo colligiano. Docuemtni e testimonianze / raccolte a cura di Mino Paradisi; Ferri, Dino. Informazione, Follonica, 16 aprile 2009.

( Scheda di Simonetta Carolini, Fausto Bucci, Aldo Montalti )

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Nota.

Ghino Spalletti era cognato del comandante partigiano Velio Menchini, avendone sposato la sorella maggiore Dusola Menchini. La sua figura influirà molto nel determinare la scelta di Menchini di aderire alla lotta partigiana (Fonte: “Storia di un partigiano – Autobiografia del comandante partigiano Velio Menchini, nome di battaglia Pelo” – A cura di Mauro Gianni).