Baldo Baldi

 

Figlio di Domenico e di Maria Portanti (o Marconi), nasce a Scarlino il 27 aprile 1886, fa il bracciante ed è comunista. Emigrato in Francia dopo la marcia su Roma, si stabilisce a Parent Rueil (Seine-et-Oise) e abita in Rue Jeube, 54. Il 12 settembre 1934 la Prefettura fascista di Grosseto si interessa di lui, sollecitando informazioni sul suo impegno antifascista nel territorio transalpino. Il venti marzo 1936 un telegramma proveniente da Parigi riferisce che Baldi “professa sentimenti comunisti”, “legge stampa sovversiva” e svolge un’attività politica che “non sarebbe di speciale rilievo”. Il sette maggio 1936 la Prefettura maremmana torna ad occuparsi di lui, chiedendone l’iscrizione nella «Rubrica di frontiera» per le misure di perquisizione e segnalazione, qualora rimpatriasse.

Rimasto in Francia dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, senza piegarsi al fascismo, Baldi è oggetto di un’altra comunicazione, che la Prefettura di Grosseto invia al Ministero dell’Interno il nove agosto 1943, quindici giorni dopo la caduta e l’arresto di Mussolini. Vi si legge che il “soprascritto [Baldi] non ha dato più notizie di sé da circa 15 anni e si ignora il suo attuale recapito…”

 

Scheda di Simonetta Carolini e Aldo Montalti per www.radiomaremmarossa.it