Anacleto Milani

Nato a Monterotondo Marittimo il 17 luglio 1872, fa il fabbro ferraio e collabora attivamente, quando ha appena 15 anni, con il movimento radicale – repubblicano, che è molto forte nella sua località di origine. L’otto gennaio 1887 viene infatti denunciato insieme al repubblicano Silvio Doccetti, a Socrate Meschini, a Antonio Milani, a Vincenzo Micheloni e a Pietro e Giovanni Barzanti per l’aggressione ai fratelli Alpinolo e Michele Barzanti, entrambi membri del “partito dell’ordine”. I giudici del Tribunale di Grosseto condannano Socrate Meschini a 13 mesi di galera, Pietro Barzanti, Antonio e Anacleto Milani a sei mesi e Silvio Doccetti a tre mesi e mandano assolti Giovanni Barzanti e Vincenzo Micheloni per non provata reità.

Il 25 dicembre 1898 Anacleto si trova nel bar di Margherita Mazzolli, quando il brigadiere Vincenzo Manuello ordina bruscamente di tacere ad alcuni giovani, che stanno cantando. Milani suggerisce al graduato di lasciar perdere, perché i ragazzi non danno noia a nessuno. Il sottufficiale non gradisce il suo intervento e lo denuncia “per oltraggio con parole”. Colpito da mandato di cattura, Milani viene arrestato al Frassine il 27 dicembre 1898, alle ore 7,30. Durante l’udienza, che si tiene il 15 gennaio 1899, Anacleto racconta al pretore di Massa Marittima che il 25 dicembre il brigadiere Manuello lo ha offeso e il giudice gli dà ragione, assolvendolo per “inesistenza di reato”.

 I documenti processuali ci forniscono un ritratto del nostro, che viene descritto come persona alta un metro e 72, di corporatura gracile, colorito pallido, viso scarno e fronte alta. Membro, negli anni seguenti, del gruppo anarchico monterotondino “Né Dio né padrone” e legato a Francesco Minelli, Lorenzo Scevola Bertucci, Giuseppe Martini, Curzio Iacometti (“il prete”) e altri noti elementi libertari locali, Milani si difende, in un’occasione, dagli squadristi, che lo hanno aggredito “in venti contro uno”, staccando con un morso una pinna nasale a uno dei “Lanzichenecchi” nerocamiciati.

La situazione, tuttavia, diventa rapidamente insostenibile per un anarchico dichiarato come è lui, che, nel 1921, dopo le stragi terribili di Grosseto e di Roccastrada, decide di lasciare l’Italia, emigrando in Francia. Stabilitosi a Marsiglia, nel Boulevard des Italiens, muore nella città focese il due maggio 1927.

FONTI: ACS, CPC, ad nomen; Ariodante Milani. Test., Monterotondo Marittimo 2008, AB.

(Scheda di Fausto Bucci, Simonetta Carolini, Gianna Ciao Pointer)