Carlo Bianco

Nasce a Orbetello nel 1871. Bracciante, si trasferisce, alla fine del secolo, a Follonica, dove le prime tracce del suo impegno politico risalgono al 1902-3, quando collabora con i repubblicani e i socialisti locali che – sotto l’impulso di Narciso Fedeli, Francesco Caramelli, Giobatta Santini, Ottorino Gino Spagnesi e Francesco Agresta – cercano di costituire una Camera confederale del lavoro e alcune Leghe di fonditori, scaricatori di porto, sbozzatori di pipe, ecc.

Iscrittosi al P.S.I., ne diventa esponente di rilievo, insieme a Giobatta Santini, Ottorino Gino Spagnesi, Giovacchino Bacchiocchi, Alfredo Boschi e Pierino Pierini e ne organizza e sostiene le iniziative. Operaio, per qualche tempo, nello stabilimento del ferro di Follonica e membro della Lega manovali di fonderia, partecipa ai comizi, alle “ feste laiche ”, alle celebrazioni del Primo Maggio e ai “ veglioni rossi ” e nel 1911 solidarizza con gli “ scioperanti e i serrati ” di Piombino e dell’isola d’Elba, impegnati in una difficile lotta contro i “pescecani” del trust siderurgico, versando una sottoscrizione in loro favore insieme a Egisto Bugiani, Aurelio Palazzoni, Luigi Iacopucci e altri lavoratori locali. Contrario, come tutti i compagni del posto, all’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale (non si registrarono defezioni nelle file follonichesi del partito) e polemico con i guerrafondai conservatori e democratici, è membro della Pubblica assistenza Croce Verde e fa parte nel 1918, insieme a Virgilio Pieroni, Egisto Tempesti, Giobatta Santini e altri, di una Commissione che espone al Commissario regio le lagnanze della popolazione follonichese nei confronti del medico condotto Cantalupi.

Finita la guerra, sottoscrive, nell’estate del 1919, sei lire per l’«Avanti!», insieme a Emilio Ticciati, Simone Vannoni, Tosco Batistelli, Tebaldo Faelli, Aldo Montalti, Sergio Santini, Angiolino Pecchia, Alberto Benedettini, Plinio Beneforti, Oreste Dani e altri, e interviene a fine anno ad un’adunanza della Federazione provinciale socialista che si svolge a Follonica, presenti, fra gli altri, i compagni Goffredo Franceschi, Giobatta Santini e Foscolo Agresti. Dopo la scissione di Livorno (gennaio 1921), resta fedele al P.S.I. e lavora negli organismi locali del partito. Pochi mesi dopo l’intera provincia cade sotto il giogo degli squadristi che compiono ogni sorta di nefandezze. A Grosseto – durante la conquista della città – i seguaci di Mussolini assassinano e feriscono numerosi lavoratori e militanti di sinistra, comprese parecchie donne. A Roccastrada gli schiavisti nerocamiciati, guidati dall’empolese Dino Castellani, si macchiano di una strage terribile in quella che è una spaventosa caccia all’uomo. A Follonica gli “ italianissimi ” in camicia nera irrompono, nell’agosto di quella tragica estate, nelle case di Ottorino Gino Spagnesi e dell’anarchico Vasco Sacchetti, terrorizzano i presenti, gettano nella piazza tutta la mobilia e la danno alle fiamme.

Nel 1922 un’altra squadraccia di cui fa parte il famigerato Francesco Landi (un ex interventista passato al fascismo) raggiunge l’abitazione del socialista Milton Bartoli (il secondo sindaco di Follonica dopo la Liberazione), si fa aprire la porta con un inganno e gli spara, trapassandogli il torace con una pallottola e riducendolo in fin di vita. Ricercato dai “neri”, la stessa notte Bianco abbandona la località costiera, rifugiandosi per qualche anno a Livorno.

Rientrato a Follonica, viene vigilato e fermato ogni volta che i ras fascisti passano per il villaggio o nell’imminenza di particolari avvenimenti nazionali o internazionali, che portano in carcere migliaia di oppositori in tutta la penisola. Così, il 3 gennaio, in occasione delle “nozze lugubri” fra Umberto Savoia e Maria Josè del Belgio, il nostro viene fermato e rinchiuso nelle carceri del capoluogo, insieme agli oppositori Menotti Pacinotti, Giovan Bruno Venturini, Giuseppe Gianneschi, Luigi Costagli, Cesare Pagliuchi, Ulderico Signorini e Francesco Fortunati. Rilasciato dopo qualche giorno, torna a Follonica, dove continua a militare nel P.S.I., dopo la caduta e l’arresto dell’uomo di Predappio (25 luglio 1943).

Morto a Follonica l’8 agosto 1955, Carlo riposa oggi nel vecchio settore del cimitero comunale.

Fonti: «Il risveglio», 6 giugno 1918; «Avanti!», 2 lug. 1919; «Il risveglio», 28 dic. 1919; Diana Dani Petri. Test. Follonica, 16 ago. 1991, AB; Santini Carapelli, Silva. Test., Follonica, 3 mag. 1992, AB; Moretti, Oscar. Test., Follonica, 1 ago. 1995, AB; Bocci, Emma. Test., Follonica, 5 ott. 1996, AB; Boschi Concordet, Siria. Issoire – Le – Broc, 8 giu. 1999, AB.

( Scheda di Simonetta Carolini, Fausto Bucci, Aldo Montalti )