Mario BELLINI

 

  Figlio di Siro Giuseppe e Teresa Rossi, nasce a Mezzano Inferiore (Parma) il 25 dicembre 1894  e fa il muratore. Anarchico, viene denunciato per oltraggio e condannato a 15 giorni di carcere dal Pretore di Parma il 7 settembre 1914. Successivamente è in Svizzera, Germania e Francia, dove rimane fino al 1919, quando rientra in Italia. Stabilitosi a Palanzano, vi svolge, come capolega, un’intensa attività sindacale e si fa notare perché esige per gli operai il pagamento di salari superiori a quelli convenuti e la cessazione di ogni licenziamento.

Denunciato più volte per aver impedito ai crumiri di lavorare, si rifugia in Francia nel 1921, dopo essere stato colpito da un mandato di cattura per aver preso parte, a Selvanizza, a un conflitto a fuoco con i carabinieri. Fermatosi a Breil (vicino a Nizza), si trasferisce a Toulon nel 1923, aderendo alla Camera del lavoro e dando prova di uno speciale attivismo. Legato all’anarchico “pericoloso” Gaetano Lorenzo Berti, interviene alle riunioni libertarie e partecipa alle manifestazioni di protesta contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti, che si svolgono anche sulla Costa Azzurra.

Fermato al rimpatrio, viene assegnato, il 25 ottobre 1927, al confino per cinque anni per l’attività anarchica che ha svolto all’estero e viene tradotto a Lipari. Liberato il 28 settembre 1932, a fine pena, è rimandato a Palanzano, con foglio di via obbligatorio, e iscritto nella categoria degli oppositori da arrestare in determinate circostanze. Nel giugno del 1934 viene arrestato per aver affermato pubblicamente che il fascista Spaggiari era “stato ucciso per vendetta da persona che più volte era stata da lui bastonata e molestata” e che quindi non doveva “essere considerato un eroe” e per aver detto che “i benestanti pagavano i giovani prima della marcia su Roma e facevano bastonare da loro gli ex combattenti”.

Rilasciato, riesce ad avere il passaporto, grazie al quale emigra in Francia nell’agosto 1934 e si stabilisce a Fort Rouge (Toulon). Riallacciati i rapporti con il vecchio amico e compagno di lotta Gaetano Lorenzo Berti, Bellini frequenta i correligionari Francesco Barbieri e Romualdo Del Papa, entrambi rubricati attentatori, poi, nel dicembre 1936, raggiunge la Spagna, dove si arruola in una imprecisata formazione repubblicana e combatte per circa due anni contro i franchisti.

Rientrato in Francia alla fine del 1938, viene arrestato e incarcerato nel forte di Sainte – Cathérine di Toulon, dove muore nel dicembre 1939: “Tra le famiglie dei suoi compagni di prigionia si sussurra che la sua morte sia dovuta a sevizie subite durante la detenzione. Nessun accertamento – scrive il console italiano di Toulon, A. Odenigo – ho potuto fare finora in proposito”.

Fonti: ACS, CPC, ad nomen; Pont, Adriano. Carolini, Simonetta. L’Italia al confino: le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano: La pietra, 1983, vol.3, p.968;  Antifascisti nel Casellario politico centrale / a cura di Simonetta Carolini, Carla Fabrizi…, Quaderno n.3, Roma: Anppia, 1989, p.21; La Spagna nel nostro cuore, 1936 – 1939: tre anni di storia da non dimenticare, Roma: Aicvas, 1996, p.169.

[ Scheda di Fausto Bucci, Claudio Gregori, Michele Lenzerini per www.radiomaremmarossa.it ].

 

 

 

 

Scheda di Fausto Bucci, Claudio Gregori, Michele Lenzerini