10 giugno

1863 

GABBRO – Nasce Antonio Tei, di Domenico. Repubblicano, bracciante, emigrato in Francia. Antifascista schedato e vigilato da anziano, dal 1933 al 1942 (PVQ,54).

1889

LIVORNO – Nasce Mario Zaccagna, antifascista espatriato negli Stati Uniti per sottrarsi ai fascisti (RLL).

1895

CETONA – Nasce Ottavio Filippi, antifascista processato dal Tribunale Speciale del Fascismo (CPC ex IDA).

1903

LIVORNO – Nasce Pietro Del Moro, marmista. Comunista dal 1921, subisce fermi negli anni successivi. Nel settembre 1927 è condannato a 4 mesi, 20 giorni di reclusione per manifestazione di solidarietà per Sacco e Vanzetti e poi, a fine pena, confinato per 2 anni a Lipari. Liberato il 24 dicembre 1929 viene contestualmente diffidato e, nel luglio 1931, condannato a 10 mesi di reclusione, 2.500 lire di multa per tentato espatrio clandestino. Ammonito nell’aprile 1934, diffidato nel settembre stesso anno, viene iscritto nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Nel dicembre si procede a diffidarlo nuovamente fino a che non lo si interna nel manicomio criminale di Volterra (CPC-RLL).

1906 

LIVORNO – Nasce  Francesco Durando, nome di battaglia Luna, partigiano combattente nella Resistenza piemontese con la Brigata Sap Asti (IRT).

1915

LIVORNO – Nasce Renzo Cabib, antifascista internato come “pericoloso nelle contingenze belliche” (CPC ex PCB).

1919

SIENA – Manifestazione ‘bolscevica’ in località Rigomagno per “l’inaugurazione della bandiera rossa“. Fonti fasciste lamentano “aggressioni ad alcuni patriotti del luogo“.

1923 

MIGLIARINO Pisano – Nasce Gino Moroni, nome di battaglia “Eli“, partigiano combattente sui monti liguri con la Brigata Buranello-Divisione Garibaldi Mingo (ILSREC).

1925

SCARLINO – La Cooperativa Agricola e Badilanti scarlinese si rifiuta di aderire alla federazione sindacale fascista (LNO).

1940

GROSSETO – Anche a Grosseto si diffonde a mezzo altoparlanti, nella piazza del Comune, la dichiarazione dell’entrata in guerra dell’ Italia: una folla nutrita e delirante di fascisti grida ” slogan rancidi” su Nizza, Savoia, Malta, Corsica e Biserta. Per i “neri” esultanti “la guerra sembrava già vinta” ( Aristeo Banchi – Si va pel mondo ).

Il Prefetto Palmardita comunica subito le reazioni della provincia all’annuncio della guerra: “Stasera ore 18 piazza Littorio gremitissima da tutta cittadinanza autorità e gerarchie è stato ascoltato discorso duce con vibranti acclamazioni suo indirizzo e re imperatore” (ACS + TMV).

LIVORNO – All’atto di entrare in guerra, sono internati in varie località della penisola molti comunisti, anarchici, socialisti ed ebrei livornesi perché ritenuti ” pericolosi nelle contingenze belliche ” e capaci di fare propaganda disfattista: Armando Abeniacar, Virgilio Antonelli,  Oreste Baracchini, Giovanni Biagini, Oreste Bondi, Enrico Castelli, Virgilio Ceccarelli, Arnaldo Costa, Odoardo Della Torre, Dino Demi, Ernesto Di Segni, Amedeo Frosini, Abramo Funaro, Bruno Guerrieri, Egisto Lacomba, Fortunato Landini, Nello Malacarne, Aldo Moscato,  Guido Menconi, Mario Pellegrini, Lanciotto Rabà, Umberto Rossi Combes, Ilio Scali, Dogali Simoncini, Gino Trovatelli, Manlio Tondi, Adriano Vanni e altri subiscono tale repressione (RLL).
Nello stesso giorno, il manovale anarchico Ernesto Carrozzi viene assegnato al confino per due anni per vilipendio al regime (RLL).

1944

ARCIDOSSO – I tedeschi catturano una staffetta partigiana che risulterà poi dispersa. “Nelle ore pomeridiane del 10 giugno Arcidosso venne bombardata dall’aviazione alleata: si ebbero 92 morti” (Corriere dell’ Amiata).  Durante i funerali del partigiano Elvio Farmeschi, aerei alleati bombardano il corteo funebre facendo perdere la vita a 92 persone. Secondo un’altra fonte, le vittime saliranno a 108 per il conseguente accanimento tedesco sulla popolazione concitata per la tragedia (AGA).

ASCIANO – Un partigiano della 5a banda Autonoma muore in uno scontro coi tedeschi. Intanto gli stessi partigiani asportano i registri dell’esattoria comunale per impedire la riscossione dei tributi da parte della RSI (CRT). Per rappresaglia dopo l’ azione partigiana, i tedeschi uccidono Azelio Laschi (17).

BACCINELLO – Il 7° Gruppo Bande fa saltare il ponte sul fiume Riccione sulla strada per Roccalbegna ( REL. 7G + CRT).

BOCCHEGGIANO – Uomini della XI ª Banda Autonoma, nella mattinata, catturano 2 ufficiali del servizio segreto tedesco distruggendo il loro automezzo (RBA). Nella nottata duro scontro protrattosi per diverse ore nella zona del Gabellino: inizialmente i partigiani distruggono un camion catturandone altri due carichi di farina, poi, per l’arrivo di due autoblindo, le sorti si capovolgono inducendo i partigiani ad uno sganciamento (RBA).

BURIANO – Tra il 10 e l’11 giugno, reparti nazisti circondano il piccolo abitato di Buriano, raccogliendo la popolazione tutta sulla piazza del paese, sotto la minaccia delle armi. La reazione contro l’intensificata attività partigiana della zona di Pian d’Alma, Tirli, Val di Loro, si traduce in rappresaglie sui civili, ritenuti conniventi dei partigiani. Il parroco don Ermanno Carresi offre la propria vita in cambio della salvezza del paese, dissuadendo in parte i propositi dei tedeschi che sazieranno la propria sete di sangue con la fucilazione dell’unico partigiano caduto casualmente nella retata, il giovane Sirio Viggiani ( medaglia d’argento al V.M. alla memoria ) (TMV).

CASTELL’AZZARA – Fucilati 2 tedeschi (CRT).

CASTELLINA Marittima – Partigiani della 1a e 2a sezione dell’ 8° Distaccamento catturano e fucilano 3 militari tedeschi (CRT).

CASTELNUOVO BERARDENGA – Partigiani della 1a Banda del Raggruppamento Monte Amiata attacca un distaccamento tedesco in località Fagnano uccidendo 5 soldati (CRT).

CASTELNUOVO di Val di Cecina – Per l’arrivo di numerosi camion di S.S. fallisce il tentativo partigiano di occupare il Consorzio Agrario di Castelnuovo V. di C. per prelevare biada da destinare ai cavalli e per distribuirla alla popolazione (RGB – CRT).  All’alba il paese viene circondato dai tedeschi che, dopo un rastrellamento casa per casa, radunano alcune centinaia di uomini in una piazza, senza tuttavia che nessun partigiano resti nella rete. Di loro, solo 4 saranno deportati in Germania, gli altri fuggiranno eludendo la scarsa sorveglianza.

CETONA – I partigiani fanno saltare il ponte sul Rigo (CRT).

CHIANCIANO – Una squadra del 4° Gruppo Bande attacca e cattura una pattuglia tedesca con 3 militari (CRT).

CHIUSI – In località Giovancorso, durante una ruberia, 2 militari italiani uccidono il colono Bartolomeo Vetralla e feriscono Carlo Nasorri (51) che tentavano di fuggire ( SNFT ). Per Progetto memoria, anche Carlo Nasorri decede il giorno stesso.

CINIGIANO – Data più probabile in cui si è svolta la vittoriosa azione partigiana della formazione “Mameli” contro i fascisti che occupano il paese (AGA).

GAIOLE in Chianti – A Badia Coltibuono, partigiani della Brigata Sinigaglia attaccano un convoglio militare tedesco distruggendo 4 autoscisterne cariche di carburante; al castello di Brolio viene attaccao un altro autocarro ( altre fonti riportano il fatto avvenuto il 13 giugno aggiungendovi la morte di 8 tedeschi) (CRT).

GIUNCARICO – Un Distaccamento della Brigata Gramsci effettua una veloce occupazione del paese per impedire che si dileguino i responsabili fascisti; vengono requisite armi, arrestati repubblichini, occupata la casa del Fascio e la caserma dei CC.RR. (CRT).

MAGLIANO in Toscana – Mentre, con altri partigiani, assale un autocarro tedesco carico di munizioni presso la Dispensa Perugini vicino alle Preselle, cade Piero Lotti “Romanino” di 20 anni (MBG).

MASSA Marittima – La Banda Camicia Bianca, comandata da Gianni (Renato Piccioli) occupa il paese disarmando i reparti della GNR ancora presenti e recuperando 6 mitragliatrici, 4 fucili mitragliatori, 280 moschetti, 1 mortaio, munizioni e 150 coperte (CRT-LUA). L’occupazione dura solo poche ore per evitare rappresaglie sulla popolazione (PBA-LUA).

MONTEMASSI – Nella notte tra il 9 e il 10 viene attaccata e disarmata la caserma GNR (CRT).

MONTEMERANO – Il 7° Gruppo Bande del Tenente Antonio occupa il paese tra le trionfali accoglienze della popolazione. Viene distribuito agli abitanti l’olio ammassato dalle forze armate tedesche ( REL. 7G-AGA-BAM).

MONTERIGGIONI – Mine partigiane danneggiano 30 automezzi tedeschi (CRT).

MONTEROTONDO Marittimo – Al mattino, una parte della formazione occupa il paese, favorita anche dalla collaborazione dei carabinieri locali: viene diffuso un volantino di saluto e sono distribuite derrate alimentari in segno di riconoscenza per la lunga collaborazione della popolazione. Ma già alle 4 di notte,  elementi ”incontrollati” del paese, armati di fucili da caccia ed all’insaputa dei partigiani appostati di guardia,  iniziano aprendo il fuoco contro una macchina tedesca in transito che, invertita la marcia, sfugge. Un’ora dopo, si ha la cattura di un camion tedesco pieno di materiale telefonico da parte di partigiani. Poi, il sopraggiungere prima di avanguardie, poi di una colonna motocorrazzata tedesca, portano ad una dura, lunga battaglia che si protrae dalle 9,05 alle 14,25 ora in cui inizia il ripegamento partigiano. Bilancio cruento: 5 morti, 4 feriti, 5 dispersi nei patrioti; 19 morti (solo 10 nella relazione di Livio) e 5 feriti da parte tedesca  (RAM). Perdono la vita i partigiani Mario Cheli [monterotondino, cade per la sua eroica ostinazione a non abbandonare la postazione della mitragliatrice, nonostante la sua inesperienza militare], Gino Borsari e Ercole Ferrari [ emiliani, ripettivamente di S.Felice sul Tanaro e Sassuolo, militari fuggiti da Siena presentatisi ed arruolatisi nella III Brigata la mattina stessa ], Ateo Casalini di Piombino e vengono feriti Franco Rossetti e Alfredo Gallistru che morirà successivamente nella notte. I nazisti lasciano sul terreno 10 morti, 4 feriti ed un soldato catturato. Cheli e Gallistru saranno decorati alla memoria di medaglia d’Argento al V.M. ( RMM – CRT – ACG – RCR – RAM).

NICCIOLETA  – Il Distaccamento Otello Gattoli penetra nella miniera disarmando la guarnigione ed istituendo squadre di vigilanza armata tra i minatori (CRT).

PISA – Il GAP del Pci di Pisa distrugge 3 automezzi tedeschi: ripeterà gli attacchi ai mezzi nei giorni a seguire (CRT).

PITIGLIANO – Dopo 26 ore di combattimento, i partigiani del Monte Amiata e della Banda Arancio mettono in fuga i tedeschi: il Vescovo fa issare il tricolore sul campanile e gli Alleati entrano quindi nel paese già liberato dai partigiani permettendo loro una veloce avanzata di 25 Km senza incontrare alcuna resistenza. Durante l’azione si hanno 2 feriti tra i partigiani ed 1 tra i civili. Le perdite tedesche invece ammontano a 15 morti ( tra i quali un capitano ), diversi feriti fuggiti con le truppe in ritirata e 22 soldati caduti prigionieri ( REL. 7G ). La banda dei partigiani autori del combattimento sarebbe comandata da Pietro Casciani (AGA). Circa 40 ciclisti tedeschi della Luftwaffe, entrando in paese, sono affrontati dai partigiani e si arrendono. Saranno successivamente consegnati agli americani (BAM).

S.GIMIGNANO – La 2^ compagnia della Brigata Boscaglia ed i GAP della Val d’Elsa attaccano il carcere liberando 72 prigionieri politici (CRT ). I partigiani assaltano il carcere e liberano 96 prigionieri politici di varie nazionalità tra cui  una cinquantina di italiani antifascisti (PBA). Una folla di popolani organizzata dalla Guardia del Popolo e spalleggiata da un gruppo di partigiani, circonda la vecchia Casa del Popolo divenuta caserma della G.N.R. e, al grido di “Via i fascisti“, ne costringe una parte alla resa ed una parte ad una breve, infruttuosa fuga insieme alle prostitute che abitavano con loro. Dopo 23 anni i lavoratori di S.Gimignano rientrano in possesso collettivo della loro Casa del Popolo (BPA-ACV,227).

SARTEANO – La form. SIMAR fa saltare il ponte a Pian di Sette, poi si scontra con un reparto tedesco (CRT). Cade in combattimento il partigiano Franco Lelli “Tarzan“, medaglia di bronzo al valore (DBPB).

SASSO D’OMBRONE – La formazione partigiana “Mameli”, dopo Cinigiano, assalta anche la frazione di Sasso d’Ombrone liberandola (AGA).

SCARLINO – Al podere Casette, vicino lo storico Palazzo Guelfi, il colono Erminio Lelli viene barbaramente ucciso per aver opposto resistenza ai fascisti locali che, in fuga verso il nord del paese, vogliono appropriarsi di un suo maiale (RMR). I partigiani locali occupano il paese (AGA).

SIENA – “Il 10 corrente, alle 3,30, al Km. 256,200, fra le stazioni di Siena e Castellina, in seguito a scoppio di mine collocate sul binario da banditi, deviava il treno 9414 [locomotore e nove vagoni ferroviari]. Nell’incidente trovava la morte il conduttore Adolfo Bartolini; riportarono ferite di una certa entità il capo stazione di Iª classe Gaetano Conte, che si recava in missione a Poggibonsi, e il frenatore Oliviero Gagliardi” (NGNR del 16/6 e del 18/6/1944).

SUVERETO – D’accordo con un sottufficiale, i partigiani del Gap entrano nella caserma GNR catturando 14 militi e 3 tedeschi: altre fonti riportano il fatto il giorno prima (CRT). In paese, Giuseppe Caselli (53) è percosso da guardie repubblichine ( SNFT ).

Assalto alla caserma della GNR che porta alla cattura di tutti i repubblichini che, condotti prigionieri alla formazione, vengono giudicati da “un consiglio di disciplina” riunitosi in assenza del comandante e del commissario politico (RAM) e condannati a morte: la decisione affrettata viene presa per l’imminenza di un rastrellamento tedesco che puntualmente si verifica e porta all’incendio della sede del comando della Brigata al Caglio (LDIIR).  L’attacco è affidato alle sezioni Filippi, Baroni e Gandolfi, al comando degli ufficiali di formazione Osvaldo Barghi e Rodolfo Tamburini, alla Banda del Chiurlo (Bandiera Rossa) comandata dal sottotenente Angelo Gabellieri e dalle GAP di S.Vincenzo e Suvereto, dirette rispettivamente dal sottotenente Aleardo Marchi e da Elio Veracini (RAM). Il gesto viene condannato a maggioranza dalla resistenza locale e porta alla destituzione del commissario politico della Brigata.

Una testimonianza diretta rilasciataci da un partigiano della IIIa Brigata asserisce che l’assalto alla caserma viene in pratica “richiesto” dai contadini della zona per i continui arresti e torture cui vengono sottoposti da parte dei repubblichini di Suvereto, sospettosi dei loro rapporti coi partigiani. “in presenza del capitano Chirici un contadino si tolse la camicia e fece vedere le ferite da tortura subite chiedendo conto del perchè non avevamo ancora assaltato la caserma della GNR” (RMM).

TORRITA di SIENA – Giuseppe Rotelli (40) viene malmenato  nella sua casa in campagna a Trequanda dai tedeschi che cercano un loro commilitone: poi viene legato a un carro e trascinato fino al podere Renellino di Torrita dove è impiccato a una quercia e lasciato appeso per 3 giorni con un cartello che vieta di toccarne il cadavere ( SNFT ).

TREQUANDA – Al Podere S.Pugna i tedeschi impiccano un contadino accusato di custodire armi dei partigiani (CRT). Invece in località Antennina, barbaramente ucciso dai tedeschi Faustino Tarquini (32) per aver ospitato partigiani ( SNFT ).

VOLTERRA – Secondo la sua lapide tombale nel cimitero di Volterra, il partigiano Gino Tamburini (20) risulta caduto in combattimento sulle Colline Metallifere in questa data; altre fonti indicano invece rispettivamente l’ 11 (Progetto memoria) ed il 15 giugno (Relazione XXIIa Brigata). Frattanto, sono molti i volterrani che vengono arrestati: Agaste Mugnari, Augusto Bongini, Celso Galletti, Ottorino Baldasserini, Dino Lessi, Ubaldo Moretti, Ugo Lavoratorini, Arnaldo Bianchi, Giuseppe Maganzi, Cesare Simoncini, Dino Trafeli, Dino Pineschi, Angelo Fidanzi, Egidio Testi, Giovanni Mannucci e Mario Fulceri (ANPI Volterra).

Zona Senese – In luogo imprecisato, una pattuglia del 7° Distaccamento partigiano della Brigata “Spartaco Lavagnini” attacca un’autocolonna nemica distruggendo un camion e danneggiandone altri 3: vi sono 2 morti e 3 feriti tra i nazisti (RSL).