Martorelli Renato, “Renato Ferrero”.

Nato a Livorno il 1° gennaio 1895. Dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale, riprese gli studi universitari a Torino laureandosi in giurisprudenza per poi dedicarsi alla professione di avvocato. Socialista, irriducibile oppositore del regime fascista, fu tra gli organizzatori del movimento Italia Libera, un’associazione antifascista fondata a Firenze nel giugno 1924, pochi giorni dopo l’assasinio di Giacomo Matteotti. Tra i fondatori a Torino, nel 1943 del Partito socialista di unità proletaria, nato nella clandestinità dalla fusione del Psi e del Movimento di unità proletaria.

All’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 iniziò subito, con l’avvocato Duccio Galimberti di Cuneo, ad organizzare il movimento partigiano di resistenza in Piemonte e in Liguria. Dirigente del Partito socialista clandestino, e rappresentante di quel partito nel Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese, venne catturato il 30 luglio 1944 a Niella Tanaro. Condotto nella sede torinese della SD, la polizia politica delle SS tedesche, l’albergo Nazionale di via Roma 254 (ora piazza Cln), morì dopo feroci torture il 20 agosto (sulla lapide risulterebbe il 21) proprio durante uno dei tanti interrogatori in carcere.

Il suo corpo non venne mai restituito ai familiari. Medaglia d’oro al valor militare. Sulla facciata dell’immobile di corso Palestro 10, sede storica del Partito socialista italiano, è ricordato da una grande targa marmorea.

[Fonti – Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese Paolo Greco, Cronaca del Comitato Piemontese di Liberazione Nazionale, 8 settembre 1943 – 9 maggio 1945, in Aspetti della resistenza in Piemonte, Torino, Book’s Store, 1977 – Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, cit., Vol. III, p. 169 e p. 567 – Seicento giorni nella Resistenza, cit., p. 39 – Aisrp, Fondo Associazione nazionale famiglie martiri caduti per la libertà – Istoreto]